«Volete il passato? Possiamo vendere. Ci cuciamo la bocca e salviamo la Pro»

La furia del presidente Nitti verso La Provincia: «Colpa dei giornalisti, abbiamo trovato macerie. Se comprano il 70% ce ne andiamo. Ragazzoni fantasma, Oliva inadeguato. Ora silenzio stampa»

Comincia attaccando la carta stampata (in particolare La Provincia di Varese), prosegue ricordando le difficoltà incontrate da società e squadra in questo avvio di stagione, chiude annunciando il silenzio stampa fino a data da destinarsi. E tra una parola e l’altra, butta lì la provocazione: «Siamo disponibili a vendere il 70% delle quote, a patto che si presentino persone dotate di capacità economica e requisiti morali». A due giorni dal fondamentale scontro diretto con il Cuneo, il presidente della Pro Patriaha convocato la stampa allo Speroni e ha fatto i fuochi d’artificio.

I primi a finire sul banco degli imputati di Nitti sono, manco a dirlo, i giornalisti. In particolare quelli de La Provincia, rei di aver «invocato a gran voce il ritorno di . Chi rivuole Vavassori – argomenta l’avvocato milanese – ha nostalgia di una società retrocessa in D, finita nel polverone del calcioscommesse, che se ne è andata da Busto lasciando dei debiti che noi stiamo onorando e neppure uno sponsor. Senza dimenticare che i migliori giocatori del settore giovanile della Pro Patria ora sono di proprietà

della Reggiana». «Sapete tutti che siamo arrivati all’ultimo momento, e che abbiamo dovuto allestire una squadra in tempi strettissimi, con tutte le difficoltà del caso – ha aggiunto – Ma se preferite tornare indietro, noi siamo disponibili a vendere il nostro pacchetto di maggioranza (il 70% delle quote, detenuto da Sport Plus 4 You, ndr), purché si presentino persone dotate dei giusti requisiti economici e morali». Più tardi, sul sito biancoblù, Nitti ha sotterrato l’ascia di guerra e teso la mano, precisando di «non aver avuto nessuna intenzione polemica nei confronti della precedente proprietà né tantomeno con chi ha creduto di pungolarci attraverso richiami improponibili con il passato». Paura di querele vavassoriane?

Boutade o dichiarazione d’intenti? Chissà. Intanto però il sasso è stato lanciato. Anche se Nitti precisa: «Il nostro progetto è serio e si basa sulla valorizzazione dei giovani. Ma bisogna avere pazienza, perché la reputazione della Pro Patria è stata offuscata dalle vicende della scorsa stagione». Prendiamo atto della puntualizzazione di Nitti: peccato però che La Provincia non abbia mai «invocato a gran voce il ritorno di Vavassori», ma abbia semplicemente posto (com’è suo diritto-dovere) dei legittimi quesiti a fronte di un avvio di stagione disastroso in campo (6 sconfitte in 6 partite, già 20 gol al passivo) e non esattamente lineare anche dal punto di vista societario.

Un esempio per tutti: il fulmineo divorzio da, presentato alla stampa come “responsabile dell’area tecnica” lo scorso 15 settembre. Salvo poi definirlo, grosso modo, come uno che passava dallo Speroni per caso: «Ragazzoni? Nel nostro organigramma il suo nome non c’è mai stato: non date importanza al suo addio», ci disse il presidente Nitti all’indomani della partita col Pordenone del 3 ottobre. Allora, delle due l’una: o Ragazzoni non è mai stato un dirigente della Pro Patria (ma allora perché presentarlo ufficialmente come tale?), oppure bisogna semplicemente ammettere che un componente del management originario ha lasciato anzitempo la compagnia, e in modo tutt’altro che amichevole, al di là della smentita contenuta in un comunicato ufficiale che negava l’evidenza.
Ma andiamo avanti. Terminate le sue argomentazioni, il presidente Nitti annuncia: da oggi tutti i tesserati della Pro Patria sono in silenzio stampa. Ma la nuova società non doveva seguire uno stile diverso rispetto al passato? Per carità, scelta legittima: ma sorprende che professionisti avvezzi alle regole della comunicazione come Nitti e , alle prime difficoltà, si rifugino nell’antica opzione “bocche cucite”.

A proposito di Collovati: fonti ben informate assicurano che il campione del mondo volesse dimettersi dopo il ko col Cittadella, e che abbia desistito, ma resti comunque a rischio addio. Ovviamente ieri è stata toccata anche un’altra spinosa questione: quella dell’allenatore. E qui ha preso la parola proprio Fulvio Collovati: «Visto che mi chiedete chiarezza, vi dico che rimarrà fino al termine della stagione». In realtà risulta che la società stia cercando un nuovo allenatore, ma i sondaggi effettuati finora si sono chiusi tutti con un due di picche: «Qualcuno ha rifiutato per motivi economici, qualcun altro per altre ragioni. La squadra comunque è con Mastropasqua: con l’allenatore precedente non era così».
Altre considerazioni sparse del presidente. L’infermeria piena: «I tanti infortuni sono anche la conseguenza della scarsa capacità di di collaborare con gli altri membri dello staff». Il caso : «Ha fatto causa alla Pro Patria per chiedere i 10mila euro del premio salvezza: non sarà certamente lui il nuovo allenatore» (ma stando a Collovati non deve restare Mastropasqua? Boh). Il pubblico: «Sugli spalti ci sono più giornalisti che tifosi, e non parlo degli ultras che ci seguono sempre». E infine il mercato: «Continuo a pensare che la nostra sia una buona squadra, ma non escludo interventi sul mercato anche prima di gennaio». Corre voce che il portiere , ingaggiato e non ancora convocato, sia prossimo al taglio per prendere il difensore , svincolato, l’anno scorso alla Pro Vercelli.