RAMSTEIN – Una collisone in volo, durante l’esibizione delle Frecce Tricolori che si stava svolgendo il 28 agosto 1988 nella base militare Nato in Germania, rimane a 35 anni di distanza la più grave sciagura mai avvenuta durante una manifestazione di questo tipo.
Negli anni sono state avanzate molte ipotesi, tra le quali, anche quella che non vi fu errore umano durante una particolare figura ma che alla base della tragica morte di 67 persone, compresi i tre piloti italiani, ma che possa esserci stato il sabotaggio dell’aereo di uno dei tre piloti che era testimone nell’inchiesta sulla strage di Ustica, altra grande sciagura dei cieli, annoverata tra i “misteri italiani”. L‘incidente avvenne durante l’esibizione delle Frecce Tricolori, quando la pattuglia acrobatica italiana si apprestava a completare la figura detta “cardioide”.
Durante la manovra di fu la collisione in volo fra i tre Aermacchi MB-339PAN . Gli aerei PONY 1 e 2 precipitarono in fiamme sulla pista, ma purtroppo l’aereo PONY 10 si abbatté sulla folla causando 67 vittime e 346 feriti gravi tra il migliaio di spettatori che riportarono lesioni a causa del disastro in volo. I resti dei tre velivoli, un anno dopo furono acquistati dal Museo dell’Aviazione di Rimini e rimasero esposti per diverso tempo, poi lo Stato maggiore dell’Aeronautica militare italiana, chiese i resti e il museo li donò ricevendo un monumento commemorativo in memoria dei morti di questo tragico incidente ed un velivolo F-104 ASA. L’evento di volo acrobatico aveva richiamato a Ramstein oltre 300 mila spettatori, accorsi per trascorrere una domenica all’aria aperta, assistendo a spettacolari acrobazie dei migliori piloti militari, e avvenne all’inizio dell’esibizione delle Frecce Tricolori che avrebbero dovuto eseguire la figura di un grande cuore trafitto proprio di fronte agli spettatori. Al momento dell’incrocio decisivo, quando l’altezza dei velivoli rispetto al suolo era di circa 40 metri, avvenne la collisione. Il Pony 10, avvolto dalle fiamme precipitò al suolo, impattando con l’ala destra e scivolando sull’erba davanti all’area per il pubblico in una nube rovente di carburante incendiato, investendo gli spettatori. La zona era quella centrale, e, quindi quella più ambita ed affollata di appassionati e curiosi accorsi per assistere all’esibizione. Tutta la tragica sequenza accade in soli 7 secondi. I familiari dei piloti, in questi anni, hanno avanzato dubbi sulla versione ufficiale dell’incidente, attribuito solo ad un presunto errore umano. Ancora oggi, a distanza di 35 anni, alcuni tra quanti rimasero gravemente feriti mostrano disturbi simili a quelli della sindrome da stress post traumatico