Ha preso il via il 17 giugno la seconda edizione del Campo di volontariato internazionale, frutto della sinergia tra il Parco delle Orobie Bergamasche e Legambiente. Dopo l’esperienza dello scorso anno sul Monte Arera, questa volta i protagonisti sono 15 ragazzi con un’età compresa tra i 18 e i 25 anni, provenienti da Messico, Corea, Francia, Russia, Repubblica Ceca e Italia.
Ospiti del B&B Sara a Fiumenero, fino al 1° luglio i ragazzi vivranno a stretto contatto con la natura e saranno impegnati in attività di censimento della fauna selvatica presente nel comune di Valbondione, in particolare nella frazione di Maslana e nei pressi del Rifugio Curò, che costituiscono una delle aree di maggiore rilievo naturalistico del Parco delle Orobie, oltre che una delle zone più suggestive di tutte le montagne bergamasche.
Il gruppo si sta spostando a piedi tra i tanti sentieri presenti in quest’area oppure per mezzo di furgoni, messi generosamente a disposizione dalla società di autonoleggio Rolando. Al centro dell’attenzione dei ragazzi, guidati da Melania Di Vara, capo campo di Legambiente, e Chiara Crotti, tecnico del Parco delle Orobie Bergamasche, i micromammiferi, rapaci diurni e notturni, come i passeriformi alpini, i pipistrelli e gli anfibi.
Insieme al gruppo lavorano anche alcuni volontari di Legambiente e due studentesse dell’Università di Milano, impegnate nella stesura della propria tesi di laurea. «Un progetto di cooperazione e interscambio – sottolinea il presidente del Parco delle Orobie Yvan Caccia -, all’insegna della sensibilizzazione su tematiche ambientali, della tutela del territorio e soprattutto della socializzazione, che siamo soddisfatti abbia preso vita per il secondo anno consecutivo grazie alla collaborazione in essere con Legambiente».
«Una collaborazione – aggiunge Caccia – che non si limita a eventi sporadici, ma che propone progetti di alto livello scientifico e a lungo termine, rivolti in particolare ai giovani, e che vedono i volontari di Legambiente lavorare fianco a fianco con i tecnici del Parco delle Orobie».
«La sinergia con il Parco – sottolinea Nicola Cremaschi di Legambiente – ci permette di proporre a volontari, stranieri ed italiani, progetti di alta qualità. I dati raccolti compongono tasselli importanti per delineare il nostro patrimonio faunistico, per affermare con ancora più voce la necessità di tutelare il nostro territorio. La ricchezza naturalistica delle nostre montagne deve diventare la prima attrazione del parco, motore di un turismo nuovo, responsabile e rispettoso delle generazioni future».
m.sanfilippo
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