Wall Street/ Recupera terreno nel finale dopo parole Berlusconi

New York, 5 ago. (TMNews) – Una giornata di scambi frenetica a Wall Street, segnata da forti oscillazioni che hanno portato i listini a cedere più dell’1,5 per cento, risalire fino a un aumento dell’1 per cento e toccare tutti possibili valori intermedi. Se la crisi del debito in Europa fa paura e l’economia americana ancora zoppicante non ha aiutato (migliore del previsto il dato sull’occupazione di luglio, ma secondo gli analisti anche per fattori stagionali), a risollevare i listini americani dai minimi di giornata è stata la conferenza stampa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Gli investitori hanno accolto con favore la notizia che il piano di consolidamento fiscale italiano sarà più rapido del previsto: Berlusconi ha detto che il pareggio di bilancio arriverà nel 2013 anziché nel 2014, mentre il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha aggiunto che questo sarà possibile attraverso l’anticipo della delega sulla riforma fiscale e assistenziale che, invece di essere sviluppata nel biennio 2013-2014 sarà messa in atto nel 2012-2013.

A cinque minuti dalla fine, sulla scia di parole giudicate rassicuranti dal mercato, il Dow Jones, che era arrivato a cedere 245 punti e poi virando in positivo di 171 punti, è in rialzo dello 0,35 per cento, 40 punti, a 11.423,68 punti e lo S&P acquista lo 0,12 per cento, 0,62 punti, a 1.200,69 dollari, mentre il Nasdaq cede lo 0,89 per cento, 22,84 punti, a 2.534,25 punti, comunque in deciso aumento rispetto ai minimi della seduta, quando era arrivati a cedere più del 2 per cento. Nonostante i forti cali degli ultimi due giorni, gli analisti non sembrano veramente preoccupati: “ci sarà volatilità per un certo periodo, ma l’approccio è diverso da quello del 2008, quando c’era puro panico”, ha detto David Jones, amministratore delegato di CastleOak Securities.

Ribassi sostenuti per le materie prime che, in linea con l’andamento dei mercati, sono arretrate come non succedeva da ottobre del 2008. A pesare sono i timori per l’economia americana e i problemi irrisolti della Zona Euro: rame, frumento e petrolio (in rialzo dello 0,3 per cento alla chiusura a 86,88 dollari al barile) risentono del maggiore interesse degli investitori per investimenti sicuri, come lo yen giapponese e il franco svizzero, ma anche verso i titoli di stato americani.

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