La Openjobmetis Varese è sul mercato. E questa è la prima notizia. La seconda, di gran lunga meno importante, è che lo sbandierato (ma “disperato” nelle sue possibilità di accoglimento…) ricorso per l’errore al tavolo degli ufficiali di campo con il cronometro dei 24” nel match contro la Virtus Bologna non verrà esperito.
Questo quanto dedotto da un comunicato diffuso nel primo pomeriggio di ieri nel quale, tuttavia, la società biancorossa ha provveduto a «…stigmatizzare l’inadeguato operato della terna arbitrale e degli ufficiali di campo…».
Si parta però da Antabia Waller, che ieri ha eseguito gli accertamenti medici strumentali dopo l’infortunio al ginocchio subito durante l’allenamento di mercoledì 20 dicembre. Il responso degli stessi è stato lapidario: lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. In soldoni? Stagione finita. La guardia ex Mornar Bar dovrà infatti operarsi e il rientro sul parquet in casi simili – tra riabilitazione e riattivazione agonistica- non avviene normalmente prima di almeno sei mesi.
Tutto ciò significa che da ieri Attilio Caja è ufficialmente senza il “2” titolare e che sarà necessario ricorrere immediatamente al mercato. La cernita del profilo giusto è già iniziata nel pomeriggio di ieri, una volta appresa la brutta novella su Antabia: lo staff tecnico ha stilato una rosa di una ventina di nomi e da tale elenco dovrà uscire il prescelto. Non ci si fossilizzerà sulle guardie pure: Varese cerca il miglior elemento attualmente disponibile su piazza tra gli esterni compatibilmente con le proprie disponibilità economiche, contando di poter integrarlo in ruoli anche parzialmente diversi. Quel che è certo è che la società non potrà sottrarsi a un sacrificio finanziario non previsto, tra la transazione che si cercherà con Waller e l’ingaggio del nuovo acquisto.
Per ciò che riguarda Varese-Virtus, invece, la giornata di ieri è stata caraterizzata da un innegabile dietrofront comunicativo. Dopo la partita, a caldo, i dirigenti biancorossi avevano annunciato urbi et orbi la volontà di presentare ricorso alla Federazione per il danno subito sul punteggio di 81-83, quando il cronometro dei 24″ si è bloccato per diversi secondi prima di essere fatto ripartire dagli ufficiali di campo senza che sul parquet nessuno si accorgesse. Nemmeno gli arbitri, che hanno contestato un’infrazione di 24” a Varese solo dopo una lunga consultazione all’istant replay, togliendo alla stessa squadra biancorossa una rimessa dal fondo conquista (stoppata di Slaughter su Wells) con ancora 5” secondi da giocare nell’azione.
Questo il comunicato di ieri: «In riferimento a quanto pubblicato oggi da alcuni quotidiani (tutti ndr….), Pallacanestro Varese comunica che non è sua intenzione proporre ricorso per quanto accaduto ieri, martedì 26 dicembre, in occasione della partita con la Segafredo Virtus Bologna. valida per la dodicesima giornata del campionato LBA 2017-18. Questa decisione è stata presa per rispetto nei confronti della Società bolognese, cui vanno le congratulazioni per la vittoria ottenuta sul campo, al termine di un’emozionante gara che ha rappresentato uno spot bellissimo per il nostro sport…».
Qualche riga più tardi, tuttavia, si continua così: «Parallelamente, e con rammarico autentico, Pallacanestro Varese non può non stigmatizzare l’inadeguato operato della terna arbitrale e degli ufficiali di campo che, nell’occasione, non si sono dimostrati di livello pari a quello delle squadre nella gestione delle situazioni venutasi a creare, come innegabilmente testimoniato dalla stessa diretta televisiva. Le decisioni tecniche che ne sono scaturite hanno condizionato il regolare svolgimento della gara e, si sottolinea, avrebbero potuto penalizzare sia l’una che l’altra parte in campo. In vista del prosieguo del campionato, Pallacanestro Varese si augura che la classe arbitrale dimostri di avere al suo interno qualità, capacità di analisi e critica e che gli stessi arbitri siano considerati parte di un sistema fortemente determinato ad investire risorse importanti per riqualificare la categoria all’eccellenza del passato».