L’intenzione è quella di chiudere la fabbrica in Svezia, a Norrkoeping, per rilanciare la competitività dei prodotti Whirlpool da incasso nell’area Emea e, in particolare, in provincia di Varese, a Cassinetta di Biandronno.
E proprio lo stabilimento del Varesotto sarebbe destinato a diventare un hub europeo dell’incasso, con il consolidamento della produzione di microonde, appunto, ad incasso.
Ieri l’annuncio dell’azienda di elettrodomestici che avanza nell’adeguamento strutturale del proprio assetto produttivo con lo scopo, già dichiarato ben prima di ieri, di garantirne la sostenibilità nel tempo e migliorare la competitività.
Ma le organizzazioni sindacali si mantengono prudenti. «Intanto si tratta di un annuncio ed è già capitato che, dopo un confronto con i sindacati, l’azienda modificasse le proprie intenzioni» premette Stefania Filetti, segretario generale della Fiom Cgil di Varese.
«Ovviamente i colleghi svedesi metteranno in atto tutte le azioni necessarie ad evitare la chiusura. Ma se la decisione porta un ulteriore tassello al percorso di riduzioni dei costi e di un’economia di scala intrapreso da Whirlpool, pensare a Cassinetta come a un hub dell’incasso, non può prescindere da una situazione economica europea problematica che mette in forse il futuro della produzione dell’elettrodomestico».
Per Stefania Filetti l’annuncio di ieri è «un bene con la “b” minuscola». Ne è certa il numero uno della Fiom varesina: «Questo settore è al primo posto per difficoltà e la nostra preoccupazione è fortissima». I casi Electrolux o Indesit sono sul tavolo.
Un po’ più ottimista è Antonio Scozzafava, segretario Uilm Varese: «Ci spiace per i lavoratori svedesi, ma l’annuncio conferma l’interesse dell’azienda di puntare sul sito di Cassinetta e non possiamo che esserne soddisfatti. Significa mantenimento e sviluppo dello stabilimento di Biandronno. È un bene che qualcosa torni in Italia. Non ci sono, dunque, soltanto delocalizzazioni».
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