Wolfgang Amadeus Mozart: tre concerti da non perdere

Il compositore, il padre e la sorella hanno vissuto anche a Varese. E alla rassegna concertistica varesina sarà proposto in tre appuntamenti

Wolfgang Amadeus Mozart: lo conosciamo tutti perché si fa conoscere presto e bene. Spontaneo, giocherellone, grande contrappuntista: le sue melodie sono canzoni.
Le stagioni musicali, e non solo a Salisburgo dove nasce il 27 gennaio 1756, trasudano felicità. Folletto del classicismo, seppe coniugare nella stessa musica il ragionamento più sofisticato, la goliardia più azzardata e la leggerezza da conversazione.

La rassegna concertistica varesina, che apre venerdì 14 ottobre alle 20.30 al Salone Estense con Vilde Frang al violino e Aleksandar Madzar al pianoforte, lo propone in tre appuntamenti su undici: il 20 novembre con il Quartetto Fauves, il 13 gennaio con Alessandro Carbonare al clarinetto e il Cuarteto Casals e il 20 maggio con la Futurorchestra e Luca Buratto al pianoforte. Ma i tre valgono come dieci.

Wolfgang Amadeus Mozart, il padre Leopold e la sorella Nannerl hanno trovato casa a Varese. Inizia così una lettera scritta proprio da Leopold a sua moglie rimasta a Salisburgo: «Milano, il 16 novembre 1771. Ho ricevuto la tua lettera dell’8 novembre; credevo di partire senz’altro il 18, ma Sua Altezza reale l’arciduca (Ferdinand Karl d’Asburgo-Lorena) vuole parlare ancora con noi quando tornerà da Varese…».

Bella questa, ma non inusuale. A raccontarci altre curiosità per Zecchini Editore sono Marco Murara, che ha tradotto e curato “Tutte le lettere di Mozart. L’epistolario completo della famiglia Mozart – 1755-1791” (2.200 pagine, 89 euro) pubblicato nel 1962 dalla Baerenreiter e Olimpio Cescatti che, invece, si è preso la briga di mettere ordine ne “Il diario di Nannerl Mozart” (151 pagine, euro 25) con l’intervista a Nannerl che parla del fratello Wolfgang e con l’aggiunta di scritti di Mozart.

Documenti di importanza storica indiscutibile per chi voglia non solo collezionare le frasi buffonesche e gli episodi scurrili di Wolfy, ma anche ricostruire le connessioni politiche, sociali e in parte economiche di quell’epoca (il diario di Nannerl va dal 1775 al 1783). E poi annotazioni di episodi, persone, situazioni: i fratelli Zecchini non si sono fatti mancare nulla. E hanno dato agli appassionati, agli studiosi, ai bibliofili e ai musicisti un materiale corposo – nello stesso tempo divertente e ironico – grazie al quale conoscere Amadeus Mozart nella sua completezza, complessità e fermezza.

Ad uscirne vincente, da questa raccolta di impressioni estemporanee e riflessioni sincere, è però tutta la famiglia Mozart: nell’epistolario, il più importante mai prodotto da un musicista del Settecento, la ricchezza dei dettagli riportati in 826 lettere cariche di umanità ricalcano l’ecletticità di un artista burlone che, però, sa anche essere serio e quasi romantico. Sempre in bilico tra il dovere dell’etichetta e il piacere di rendere il tutto un po’ pepato. Nannerl è di tutt’altra pasta, ovvio, ma è anch’essa strumentista virtuosa, capace nella composizione, osservatrice pignola di una realtà dove tutto si muove senza far rumore. O, almeno, così sembra.