SESTO CALENDE Sulle tracce del disco volante di Sesto Calende nascosto dai fascisti. Così mercoledì sera in prima serata la popolare trasmissione televisiva di Italia1, «Mistero», condotta da Raz Degan e dall’ex «Iena», Marco Berry, ha acceso i riflettori sui capannoni in parte dimessi, almeno quelli di Sesto, della Siae Marchetti di Vergiate e Sesto Calende. Sì perché su quei capannoni, sui quali è scattata da tempo un’importante opera di ristrutturazione e riqualificazione, aleggia una leggenda straordinaria che il programma di Mediaset ha voluto raccontare corredandola di una serie di documenti straordinari.
Sono stati, infatti, diffusi dispacci e comunicazioni ufficiali risalenti al periodo fascista, riportando alla luce una vicenda tanto affascinante quanto suggestiva. Secondo tale ricostruzione, infatti, all’interno del deposito della Siai Marchetti nel 1933 i fascisti trasportarono un disco volante, caduto nella campagna di Magenta, per studiarlo in maniera approfondita. Lo nascosero agli occhi dell’opinione pubblica per qualche tempo prima del trasferimento in Germania.
I conduttori, inoltre, hanno riproposto un vecchio documento filmato, relativo al discorso dell’Urbe di Mussolini, datato 23 febbraio 1941, durante il quale il Duce fece chiaro riferimento a una fantomatica presenza dei Marziani. Parole strane, apparentemente prive di senso. Solo apparentemente perché grazie ad alcuni documenti straordinari venuti alla luce nel 2000, quando i parenti di Edda Ciano li diffusero tra gli ufologi dopo esserne venuti in possesso, si è scoperto che il Duce aveva fatto più volte riferimento a presunti oggetti volanti non identificati. Nel 1933 ad esempio era stato redatto un dispaccio che faceva esplicitamente cenno a un “aeromobile sconosciuto”. Un oggetto sulla cui esistenza l’opinione pubblica doveva essere tenuta all’oscuro. I risvolti sono stati raccontati dall’ufologo Alfredo Lissoni, uno dei maggiori esperti in materia in Italia. Sulla base dei documenti scoperti l’ufologo ha spiegato che il Regime ha cercato di minimizzare i fatti diffondendo la notizia che i cieli lombardi erano stati attraversati dal passaggio di una meteora. Nessuno avrebbe dovuto sapere che un oggetto non identificato era caduto catalizzando l’attenzione di alcuni testimoni che avrebbero visto tutto. Secondo i dispacci ufficiali ogni testimonianza doveva essere occultata recuperando il velivolo il prima possibile. Il regime, insomma, avrebbe voluto mettere tutto a tacere. Così dal 2000, grazie ai documenti nuovi in possesso degli esperti, i cieli della provincia di Varese sono tornati al centro dell’attenzione degli ufologi convinti che nel deposito della ex Siae Marchetti fosse stato custodito per alcuni giorni nel 1933 un disco volante.
La storia affascinante sui presunti x-files fascisti e sui numerosi avvistamenti avvenuti nei cieli della provincia di Varese è andata avanti per circa una mezzora. In fin dei conti il mistero, non essendosi mai dissolto, continua ad aleggiare leggendario su Sesto e Vergiate.
b.melazzini
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