Bergamo, 7 dic. (Apcom) – Colpo di scena nel colpo di scena. Qualcuno aveva appeso cartelli invocando all’espulsione verso gli stranieri. Ma nel caso della 13enne Yara il giovane marocchino Mohamed M. ootrebbe non entrarci nulla. Il 22enne operaio marocchino fermato sabato scorso dai carabinieri su un traghetto sulla tratta Genova-Tangeri con l’accusa di aver sequestrato e ucciso Yara Gambirasio e di averne poi occultato il cadavere, dovrebbe essere rilasciato nelle prossime ore dal carcere di Bergamo.
E questo perché nel corso dell’udienza di convalida del fermo, il Pm Letizia Ruggeri si è limitata a chiedere al giudice la convalida del provvedimento ma non la misura della custodia cautelare in carcere. In pratica il magistrato che coordina le indagini sulla ragazzina scomparsa il 26 novembre scorso da Brembate di Sopra (Bergamo), avrebbe spiegato che, sabato scorso, il provvedimento era necessario per la grave situazione indiziaria a carico dell’uomo, ma che questo quadro è mutato e non esistono più i “gravi indizi di colpevolezza e di pericolo di fuga” che richiedono la detenzione.
Tra gli elementi che avrebbero portato il Pm a prendere questa imprevista decisione ci sarebbe anche una nuova traduzione di una frase in arabo detta al telefono (e intercettata dai carabinieri, ndr.) dal cittadino marocchino. che non avrebbe fatto riferimento all’omicidio di Yara ma avrebbe invocato Allah lamentandosi perchè la persona a cui stava telefonando non rispondeva.
Nel corso degli interrogatori l’operaio marocchino aveva ripetuto la sua totale estraneità alle gravissime contestazioni che venivano fatte dagli investigatori e dagli inquirenti; se non ci saranno ulteriori colpi di scena, la pista seguita dai carabinieri subisce un duro colpo, con le indagini che rischiano di dover ricominciare praticamente da zero. Rimane in piedi il filone di indagine seguito dalla Squadra Mobile su delega dell’autorità giudiziaria, un filone preciso che non ha nulla a che fare con le investigazioni che hanno portato in carcere il 22enne.
Giunte al decimo giorno, le ricerche non hanno prodotto purtroppo alcun risultato. Le perlustrazioni più significative hanno riguardato l’area vicino ai binari della ferrovia alle spalle della fonderia Mario Mazzucconi ad Ambivere (durate una 40ina di minute e concluse con un nulla di fatto) e un grosso invaso pieno d’acqua alle spalle del cantiere del centro commerciale tra Mapello e Locate, frazione di Ponte San Pietro, a pochi chilometri da Brembate di Sopra. Qui le operazioni di svuotamento da parte dei vigili del fuoco con delle idrovore sono iniziate intorno alle 16.30 e sono state sospese dopo le 19 per problemi tecnici, ma saranno riprese oggi.
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