Brembate, 28 feb. (TMNews) – Ferite compatibili con quelle di un’arma da taglio al collo, alla schiena e anche sui polsi. Per stabilire se sono state queste lesioni a causare la morte di Yara Gambirasio, la ragazza di 13 anni scomparsa tre mesi fa a Brembate di Sopra (Bergamo) e trovata senza vita solo ieri pomeriggio in un campo a Chignolo d’Isola, si dovrà attendere l’autopsia che verrà effettuata oggi a Milano, ma intanto emergono segni sul suo corpo utili per le indagini e che fanno pensare a un omicidio a coltellate. E ieri i genitori di Yara, Maura e Flavio – quest’ultimo viene descritto come “molto provato” dal sindaco di Brembate – sono stati nel capoluogo lombardo per il riconoscimento della figlia.
“Quello che si può dire a un primo esame – ha detto il questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi – è solo che Yara non è stata uccisa con un’arma da fuoco”. Accanto al corpo gli investigatori hanno rinvenuto l’iPod, la sim e la batteria del cellulare della ragazzina. Nessuna traccia invece del cellulare stesso, di marca “Lg”, che ha smesso di emettere segnali alle 18.55 del 26 novembre.
Gli inquirenti ora dovranno capire se Yara si trovava su quel campo dal giorno della sua morte o se qualcuno abbia portato lì il cadavere in un secondo momento.
E come spesso avviene in casi come questo, sul luogo del ritrovamento è iniziato un “pellegrinaggio” dei cittadini.
Nonostante freddo e pioggia a centinaia, per curiosità, per pregare o lasciare un fiore, hanno fatto visita in località Bedeschi.
Per il capo dei volontari della protezione civile, Giovanni Valsecchi, Brembate “ha reagito malissimo” alla notizia. Molti infatti pensavano di poter trovare Yara ancora in vita.
Il parroco Corinno Scotti ha detto: “Siamo preoccupati” perché “ora sappiamo cos’è un orco”.
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