Bergamo, 15 mar. (TMNews) – Sul corpo di Yara Gambirasio “non ci sono segni evidenti di violenza sessuale, ma che l’assassino abbia agito a sfondo sessuale non è affatto escluso”. In una conferenza stampa oggi nella Procura di Bergamo, il procuratore aggiunto Massimo Meroni ha fatto il punto della situazione e ha aggiunto qualche dettaglio sulle indagini in corso sull’omicidio della 15enne di Brembate Sopra, spiegando di non aver mai escluso la pista di carattere sessuale: “Gli indumenti intimi erano quasi perfettamente in ordine, tranne il reggiseno, che risultava indossato ma slacciato”, ha detto.
Un dettaglio che più di prima può far pensare ad un approccio sessuale ai danni di Yara, finito forse con un tentativo di fuga della ragazzina e il successivo omicidio. Forse proprio nel campo di Chignolo d’Isola, “dove crediamo di poter dire che la ragazza è morta ed è rimasta fin dalle ore immediatamente successive alla scomparsa” ha continuato Meroni. Yara potrebbe essere morta per una serie di concause: le “ferite da taglio ai polsi, al collo, alla schiena e in parte anche alle gambe” e poi segni di “contusione di origine ancora poco chiara al volto e al capo”.
Come se la ragazza fosse stata colpita con una pietra. E non è morta nè di dissanguamento, nè di soffocamento, forse il freddo e l’ipotermia si sono aggiunti in modo irreparabile alle ferite che la ragazza aveva, ma “non è detto che costituiscano una causa della morte”.
Le speranze dell’indagine sono ora affidate al Dna: due tracce, una maschile e l’altra femminile, sono state isolate da un guanto della ragazzina, non dalla batteria del telefono cellulare. Sono tracce sconosciute, che non riguardano la cerchia dei familiari di Yara e nemmeno tutti i profili genetici a disposizione della polizia e dei carabinieri in tutta Italia. “In questo momento non penso di dover procedere a rilevare i profili genetici degli abitanti di Brembate Sopra”, ha precisato Meroni.
Il procuratore ha poi quasi affossato la cosiddetta ‘pista satanica’ o ‘esoterica’, perchè “escludo che le ferite a livello lombare componessero un disegno o un simbolo di chissà quale tipo”. Ma sugli autori dell’omicidio di Yara Meroni ha l’unica certezza: “Non ci sentiamo di escludere nessuno al mondo”.
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