Bergamo, 10 mar. (TMNews) – Non trova secche smentite l’indiscrezione diffusa da Studio Aperto, secondo cui sul cadavere di Yara Gambirasio sarebbe stata trovata una traccia di Dna maschile. “C’è molto da lavorare”, ha semplicemente dichiarato stamattina il sostituto procuratore di Bergamo Letizia Ruggeri. Mentre il colonnello dei carabinieri, Roberto Tortorella, si è limitato ad un “non posso confermare, è un’indiscrezione…”, lasciando ogni possibile ragionamento in sospeso.
Secondo ulteriori indiscrezioni di carattere investigativo, la traccia di Dna ci sarebbe ma gli inquirenti si muovono con la massima cautela, per valutare l’indizio nel modo migliore. Il dubbio è che possa essere un codice genetico appartenente ad una persona sconosciuta, che non esiste nelle informazioni di polizia e carabinieri. Oppure che possa essere il Dna di una persona che era a contatto quotidiano con Yara e quindi non corrispondente per forza di cose al profilo dell’assassino che gli inquirenti hanno in mente.
Un’indagine difficilissima quella sulla scomparsa e l’omicidio di Yara Gambirasio, troppo spesso priva di elementi sufficienti per costruire una pista investigativa. Ora che la scienza sembra essere venuta in soccorso nei laboratori del Ris di Parma, gli inquirenti vogliono andarci cauti. Capire se si intravede una svolta o se ci si ritrova di fronte nuovamente ad un indizio inutile.
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