«I portieri forti non sono quelli che parano tanto, ma quelli che parano quando serve». Ecco, ha detto tutto il Betti…
Meno cattivo ed esplosivo del solito ma non commette grossi errori.
Rimane piantato sul gol del vantaggio di Pllumbaj e talvolta va in panico quando quel trattore di Panigada lo punta. Per il resto, ordinaria amministrazione.
Più preciso degli altri, anche lui prende le misure col passare del tempo a Panigada: da lì in avanti non lo fa più passare.
Al netto delle sue solite imprecisioni, perché il piede non è granché educato, è sempre tra i migliori perché sul suo binario Talar-Italo fa un po’ ciò che vuole.
Cresce in maniera esponenziale quando al suo fianco arriva Zazzi: uno inventa, l’altro cuce. Assortiti alla perfezione.
Palla al piede, sceglie la cosa più semplice possibile senza assumersi responsabilità e prosegue a fare il suo: la legna. Certo, quando entra Zazzi il mondo cambia.
Tanti cross fuori misura, tante palle perse, tanti appoggi sbagliati. Forse ha finito la benzina, ma ieri ha azzeccato poco.
Deve una cena a Scapini. Incommentabile il rigore (quel metodo non funziona…) si redime con il gol vittoria. Un dribbling in meno, un passaggio in più: quando imparerà, ne beneficeranno tutti.
Gioca bene perché è un vero attaccante, ha i movimenti giusti e capisce prima il gioco. Mezzo punto in meno, purtroppo, per quell’errore clamoroso al 1’.
Prende tutti i palloni, si getta sulla respinta del rigore e segna il suo 11o gol. Poi confeziona un assist magistrale per Rolando. Mette lo zampino su entrambi i gol, da Chieri in poi non si è più fermato.
Cinque mesi dopo torna in campo e ci ricorda perché ci era tanto mancato: in quei 25’, il Varese gioca il miglior calcio degli ultimi mesi.
Si conquista due belle punizioni e cerca anche, senza successo, un gol da lontanissimo (e uno in rovesciata). Merita fiducia e spazio.