Quasi un anno e mezzo fa avevamo raccontato l’idea di tre giovani varesini che, spinti da un bisogno pratico, avevano in mente di costruire dei mini alloggi dove poter riposare qualche ora in aeroporto, tra un volo e l’altro. Un’idea che era nata «proprio dal bisogno sperimentato sulla nostra pelle durante un’esperienza di viaggio» ci aveva raccontato allora uno dei tre pensatori. Ambienti low cost di riposo, attrezzati di ogni comfort ma che si distanziano nettamente dagli hotel e prenotabili con semplici smartphone: un’idea
che in breve tempo si è trasformata in qualcosa di concreto tra le mura di Villa Jucker di Liuc, dove ha la sede e attrezzature SmartUp, laboratorio di fabbricazione digitale di Liuc che, attraverso il suo Institute for Entrepreneurship and Competitiveness, il primo centro di ricerca italiano sui temi della competitività affiliato alla rete internazionale dell’Harvard Business School ha aiutato la Zzzleepandgo (sleep and go) a germogliare per approdare in queste settimane anche a Malpensa.
Dai tre soci iniziali sono diventi cinque: trovate le risorse per sviluppare l’idea le mini stanze dove riposare qualche ora o lavorare comodamente seduti ad una scrivania sono diventate realtà. «L’idea è nata inizialmente da tre ragazzi della nuova generazione Erasmus – racconta Sergio Salmoiraghi, socio di Zzzleepandgo – ragazzi abituati a viaggiare per rivedere compagni di Erasmus, anche solo per una cena, con voli da 19 euro e partenze a ogni ora». Qualche ora di sonno comoda, all’interno dell’aeroporto, sicura a buon prezzo era un’idea da sviluppare: «Oggi abbiamo molti contatti anche con aziende esterne agli aeroporti – racconta Salmoiraghi – ad esempio con l’Ospedale di Bergamo, con un centro di ricerca a Trieste: l’idea è sempre quella di mettere a disposizione dell’utenza luoghi comodi, vicini, sicuri e a buon mercato per chi deve attendere o sostare qualche ora». All’aeroporto di Bergamo i moduli di Zzzleepandgo funzionano benissimo «abbiamo clienti abituali che prenotano in coincidenza sempre degli stessi voli» ed ora sono finalmente approdati a Malpensa: «Abbiamo quattro moduli iniziali, che stanno funzionando molto bene, sono molto richiesti» sottolinea Salmoiraghi «e ora abbiamo aperto i contatti anche con Bologna, Verona e Roma». I timori delle persone spariscono appena entrano nella piccola stanza: «Sappiamo che il timore è quello di soffrire di claustrofobia, di mancanza di pulizia, ma queste stanze sono state progettate risolvendo ciascuno di questi problemi: i controlli della Asl, tanto per iniziare, sono rigidissimi e abbiamo ampiamente superato tutti i parametri». Le piccole camere possono essere prenotate con uno smartphone, che rende facilissima l’operazione «il tetto dei moduli poi, per chi lo desidera è apribile – racconta Salmoiraghi – appena si apre la porta si vede poi scorrere il telo che ricopre il letto a disposizione, c’è una scrivania, wi-fi ultra veloce, cromoterapia, sveglia regolabile in base al proprio volo. C’è insomma tutto quello che può servire per qualche ora di lavoro o di riposo». I moduli sono controllati da un sistema volumetrico «che avvisa per ogni oggetto dimenticato, rovesciato o quant’altro per permettere ad un operatore di intervenire». E l’utenza è la più disparata, racconta Salmoiraghi: «Dal manager che prenota per tre ore, allo studente che prenota per l’intera notte». Ovviamente il fattore costo è strategico: si possono prenotare i moduli con tariffe orarie a partire da 9 euro, fino all’intera notte per circa 35 euro.